giovedì 25 ottobre 2018

QUANDO A FARE LE COLF E BADANTI ERAVAMO NOI.

E’ risaputo che la provincia di Belluno ha una popolazione anziana in percentuale più numerosa rispetto alle altre provincie del Veneto. Infatti, questo nostro primato è necessariamente collegato alle numerose ( colf e badanti ) straniere “ospitate” nelle nostre case perché diano una mano nello svolgimento delle faccende quotidiane alle persone molto avanti con l’ età e che non vogliono soggiornare in case di riposo. Considerato che nel nostro territorio le famiglie già da qualche decennio non sono più tanto numerose ed i figli molte volte lavorano anche lontano da casa, quando ai genitori cominciano a scarseggiare le forze o subentra una malattia invalidante, le alternative sono due, o soggiornare in qualche comunità, o farsi aiutare a casa propria. Fatta questa attualissima premessa, desidero ricordare che non moltissimi decenni fa ad andare a servizio in città ( così si diceva allora ) erano le nostre mamme o nonne.
Già all’ inizio del Novecento in Comelico e anche in tutta la parte alta della provincia di Belluno ( Cadore-Zoldano-Agordino ) le giovani signorine ad anche signore appena sposate, per dare una mano ai magri bilanci familiari cercavano lavoro nelle città del nord Italia, come donne di servizio o collaboratrice familiari come si dice ora, presso famiglie benestanti della pianura. A San Pietro molte persone trovarono lavoro a Milano e il flusso si arrestò solo verso gli anni Sessanta con lo sviluppo della fabbriche di occhiali che impiegava molto personale femminile.
Mia mamma mi raccontava che nei primi anni Trenta era andata a servizio in una famiglia di Torino, dove il marito era un alto dirigente dello Stato.
Nella stagione estiva la moglie con le due figlie e la cameriera villeggiavano per un mese al mare: Spotorno in provincia di Savona ( Liguria ).
La mamma mi ha sempre detto di essere stata trattata con educazione e rispetto e riteneva l’ esperienza positiva sotto ogni punto di vista.
Molte nostre giovani donne di allora conobbero il futuro marito in città e misero su famiglia, ma non si dimenticarono di far ritorno al paese durante la vacanze estive.
Per rimanere nella mia cerchia familiare, la cugina ( prima ) di mia mamma, Florinda Casanova Municchia ( Linda ), di Costalta si sposò a Milano nel 1927, ebbe tre figli tra cui il famoso pittore surrealista Luigi Regianini. ( Quello del museo di Costalissoio ).
Come sappiamo i tempi e le situazioni di vita delle comunità e delle singole persone cambiano, anche se molte volte non ci rendiamo immediatamente conto. Ora difficilmente si parte per andare a fare le colf, però il fenomeno dell’emigrazione ( specialmente all’estero ) dei giovani laureati e/o diplomati che non trovano occupazione in Italia esiste eccome, anche sul nostro territorio.



Gian Antonio Casanova Fuga














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