LOCALITA’ LA SIEGA –PERCHE’ QUESTO NOME.
Ora lo possono sapere anche i giovani
Per chi percorre l’amena e panoramica strada comunale che da Costalta conduce a forcella
Zovo e poi in Val Visdende, ad un certo punto dopo una processione di caratteristici
“ Tabiés” in legno, (di
cui molti conservano lo stile originale delle costruzioni effettuate con la
tecnica del blockbau, imparata assai bene dai nostri avi nel corso delle emigrazioni
in Austria), si spalanca la vista sulle crode del Longiarin e del monte San
Daniel.Proseguendo per un chilometro circa prima che inizi la salita si arriva
ad uno spiazzo dove si trova una fontana in pietra, realizzata alcuni anni fa
dai Servizi Forestali Regionali. Questa località, meta di distensive passeggiate
da parte di turisti o costaltesi è detta la “Siega”. Qui infatti, prima che l’alluvione del novembre 1966 devastasse
diversi lotti di terreno anche nel Comune di San Pietro era ubicata la vecchia segheria
di Costalta. Questa segheria costruita parte in muratura e parte in legno nei
primi anni del Novecento, funzionava ad energia idraulica sfruttando la forza motrice
dell’acqua di due torrenti che confluiscono proprio in questo luogo. Un corso
d’acqua scende da Forcella Zovo ( Rio Rin ) e un altro da una valle laterale
chiamata in dialetto locale Costalciön.
Per i miei coetanei queste cose sono risapute e ben presenti nella memoria,
mentre i più giovani si pongono l’interrogativo del perché di tale nome a
questa località. Proprio per rendere noto a tutti l’origine di tale
denominazione oltre che per conservare e rendere noto un pezzo di storia e di
vita quotidiana dei primi decenni del
secolo scorso nel nostro paese di Costalta, è stata interessata la Regola perché nell’ambito
dell’iniziativa CostaltArte realizzasse un cartellone con gigantografia dello
stabile uso segheria con sottostante descrizione analitica del funzionamento
della “ Siega”. Nel mese di giugno di
quest’anno la cosa si è felicemente concretizzata, infatti, una vecchia
fotografia conservata dalla mia famiglia ritrae mio padre ( Ginio Batiston ) gestore della segheria
dagli anni Trenta fino al primo dopoguerra, mentre la descrizione della
tecnologia usata nella costruzione e nel funzionamento pratico della “ siega alla veneziana” è stata raccolta anni
addietro da Lucio Eicher Clere con intervista a Tonin Luzio, persona che per molti anni aveva svolto il mestiere di
segat nell’azienda paterna. Concludo
ringraziando l’Amministrazione Regoliera di Costalta ed in particolare il capo
Regola Silvano Eicher Clere per la realizzazione dell’opera. Ringrazio anche
Lucio Eicher Clere per l’idea di realizzare il cartellone e rendere così visibile
in modo permanente e duraturo un pezzettino della nostra storia paesana. Credo che
queste testimonianze sul lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto
servano a renderci orgogliosi del nostro luogo di appartenenza e mettano bene
in luce il modo di vivere e di operare dei nostri padri.
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Gian Antonio Casanova Fuga -
Scritto pubblicato su il CADORE nel luglio 2010.
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