Non
è una maxi tappa del giro ciclistico d’ Italia che nel mese di maggio ( 2013 ) abbiamo
visto transitare per Pieve di Cadore; è il percorso della filiale ( 61/P ) della
ex Banca del Friuli insediatasi nel capoluogo cadorino nel lontano primo luglio
del 1957.
Infatti,
era un altro 1 luglio del Duemila, quando lo sportello di Piazza Municipio 12 della
Rolo Banca 1473 ( che nel frattempo aveva incorporato l’ istituto di credito
friulano ) per disposizione dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato
(
Antitrust ) fu ceduto alla Banca Sella.
Vennero
trasferiti solo i rapporti della clientela e non il personale che vi operava.
Questa
operazione abbastanza anomala nel panorama bancario italiano creò non pochi malumori
tra i cliente ceduti.
I “poveri”
dipendenti della Banca Sella si sono trovati a gestire una filiale senza una
minima conoscenza della clientela.
Pertanto,
senza la memoria storica delle abitudini e modi di operare degli stessi, non
sono mancate le incomprensioni, le arrabbiature e i disguidi tra banca e
cliente.
Dopo
tredici anni dall’ arrivo in Cadore anche Banca Sella decide di riorganizzare
la propria rete di sportelli nel Nord-Est rinunciando alla presenza nel
bellunese.
La
decisione dell’ istituto di credito piemontese comporterà la vendita ( tra gli
altri) delle loro tre dipendenze cadorine: Pieve, Auronzo, Sappada alla
Sparkasse AG. di Bolzano a far tempo dal 10 giugno 2013.
La Cassa di Risparmio di Bolzano era arrivata per la prima
volta a Belluno in Piazza Piloni nel mese di aprile del 2004.
Questa
volta la cessione delle filiali è avvenuta con il personale della banca
cedente.
Per
esperienza diretta posso confermare che tale modalità di passaggio di gestione
da un istituto di credito ad un altro non comporta disagi rilevanti alla
clientela, la quale è abituata a relazionarsi con il medesimo personale di
filiale e non dà solitamente eccessiva importanza
alla nuova insegna o al nome della banca in cui si trova ad operare.
Anzi,
in questo caso la banca subentrante è un istituto di credito interregionale
molto radicato nel territorio ( prevalentemente montano ) in cui opera, attento
alle esigenze locali delle varie attività economiche presenti.
Non
mi resta che augurare buon lavoro ai nuovi arrivati e sperare che anche l’
economia cadorina possa ritrovare una boccata di ossigeno nell’ auspicata
inversione di tendenza di questo contesto recessivo esistente oggi in Italia.
Gian Antonio Casanova Fuga
L' articolo è stato pubblicato sul CADORE nel settembre del 2013.
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