LE
CORSE CON LA “BICI” DI
NOI BAMBINI NEGLI
ANNI
50
Il
Giro d’ Italia
2019 centoduesima
edizione dell’
evento, non è
transitato
per i paesi del
Comelico,
il giorno 30 maggio è
stata
interessata
Cortina d’
Ampezzo con
la Val Boite e la
statale fino a Ponte nelle Alpi e
parte dell’ Alpago. Il
giorno successivo la tappa Treviso-San Martino di Castrozza,
proveniente dal passo
San Boldo ha
attraversato in provincia di Belluno
i paesi della Val
Belluna Feltre
e la Val Cismon.
Però,’esperienza
dello scorso anno, quando
nella
giornata
di
domenica
20 maggio 2018 buona
parte del Comelico e in
particolare il nostro
Comune hanno
visto passare
la corsa rosa che
ha
toccato anche
la
frazione
più alta: Costalta; facendo
registrare
un evento
assolutamente straordinario che solo
pochi
anni
fa nessuno
avrebbero
immaginato
potesse accadere. ( A tal proposito va rinnovato il plauso a tutte
quelle persone e/o gruppi che a Costalta, San Pietro e Presenaio
hanno abbellito con ingegno e simpatia i
lati delle
strade
dove passò
il
giro
). Il “merito “di questo storico
avvenimento
è
sicuramente dovuto all’ anniversario dei cento anni dalla fine del
primo conflitto mondiale che vedeva i nostri paesi e
tutta la popolazione impegnati a
supportare la
prima linea del fronte della
Grande Guerra.
Ebbene, il passaggio dei
corridori
mi
ha fatto ricordare
i giochi di noi ragazzini della
borgata di Mare nei
primi anni Cinquanta. Allora,
in sella alle bici da corsa c’erano i campioni di
quel tempo:
Fausto Coppi, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Gastone Nencini,
Ercole Baldini, Pasquale Fornara, Antonio
Bevilacqua,
Hugo
Koblet, Louison Bobet, Jacques Anquetil
alcuni dei nomi che ho rintracciato nella raccolta delle figurine che
ancora
conservo
nella
soffitta di
casa.
Si
seguiva il giro ascoltando la radio e leggendo i giornali : l’
Intredipo o il Monello.
E
poichè la fantasia dei ragazzini è sempre stata molto fervida, per
poter anche noi competere come il nostro campione preferito avevamo
inventato la corsa delle nine
(
i tappi in lamierino delle bottiglie di birra ). La
gara consisteva nello sfidarci a chi arrivava per primo al
traguardo, ma non in sella a delle biciclette ( che ben pochi
possedevano ) bensì colpendo con forza i tappi corona posizionati
all’ interno della canaletta della terrazza in cemento antistante
il negozio di Tilio Campanaro (Attilio
De Pol ).
La
spinta veniva data piegando il dito indice a mo di cerchio con il
pollice, poi lasciandolo colpire con la dovuta forza la nina .La
canaletta in questione era la nostra pista ciclistica, anche se era
stata costruita per convogliare l’ acqua piovana.
Chi
riusciva a percorrere con meno colpi tutto il tracciato ( e
ovviamente a non far uscire la nina/bici
dalla canaletta, altrimenti bisognova ripartire da capo ) aveva
vinto la corsa.
Noi
ragazzini ci passavamo interi pomeriggi nelle giornate primaverili
del mese di maggio, specialmente il giovedì ( giorno di vacanza da
scuola ).
La
competizione e il tifo per chi riusciva a vincere la gara non mancava
mai.
Gian
Antonio Casanova Fuga
Bollettino Parrocchiale di San Pietro di Cadore n. 1/2019
RispondiElimina