lunedì 13 gennaio 2020

OLIMPIADI INVERNALI-CORTINA 1956



L’ inverno 2018/2019 con poca neve ( come peraltro anche quello delle Olimpiadi del 56 ); l’ assegnazione dei prossimi campionati mondiali di sci alpino a Cortina nel 2021. Inoltre, il 24 giugno 2019 in una bella e calda giornata di inizio estate in serata ci è giunta da Losanna (Svizzera ) la bella notizia che il C.I.O. ( Comitato Olimpico Internazionale ) aveva preferito la candidatura di Milano/Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026.
Ebbene, tutte queste notizie positive per il nostro territorio mi hanno spinto a raccontare quello che mi è rimasto in mente dei Giochi del 1956. In primo luogo notiamo che le Olimpiadi del 2026 si svolgeranno esattamente 70 anni dopo quel primo e storico evento che fece conoscere in tutto il mondo le bellezze della conca ampezzana e delle Dolomiti. Tale avvenimento portò allora anche in terra cadorina lavoro e benessere per molte persone; come sicuramente avverrà anche con i prossimi Giochi olimpici di Milano/Cortina. Pensando a tutte queste cose voglio raccontare una piacevole esperienza personale del lontano gennaio 1956. Avevo dieci anni quando il 25 gennaio del 1956 il dott. Cesare Riva, all’epoca nostro farmacista e vicino di casa mi invitò ad andare assieme al figlio Ernesto a Pieve di Cadore a vedere il passaggio della fiamma olimpica diretta a Cortina. La fiamma era stata accesa al Campidoglio di Roma ed era arrivata in aereo fino a Venezia, da dove aveva proseguito portata dai vari tedofori, tra i quali c’era Zeno Colò ( noto campione italiano di sci alpino ).
Ricordo che eravamo in Piazza Tiziano affollata di gente e ad un certo punto comparve il tedoforo a passo di corsa, fece il giro della piazza e salì e ridiscese le scale del palazzo della Magnifica Comunità tenendo ben il alto la torcia simbolo dei Giochi olimpici, ovviamente suscitando l’ entusiasmo e gli applausi dei presenti.
Le gare le ho seguite ascoltando la radio ( la prima TV arrivò a Mare nel 1960 ) e leggendo il Gazzettino che nel bar di famiglia era presente ogni giorno. Poi ricordo i racconti dei nostri (molti ) paesani che in quel periodo lavoravano sulle piste da sci e alberghi di Cortina. Trionfatore in assoluto dei Giochi, tanto è vero che aveva entusiasmato anche gli sportivi italiani, fu il campione austriaco Toni Sailer di Kitzbühel, medaglia d’ oro nella discesa libera, nello slalom gigante e nello slalom speciale.
Nel bob gareggiavano i cortinesi Monti e Alverà, sui quali c’erano molte aspettative per la medaglia d’ oro, ma la sorte volle che arrivassero solo secondi sia nel bob a 2 che nel bob a 4. La medaglia d’ oro nel bob a 2 venne conquistata dalla copia Dalla Costa-Conti, due piloti dell’ aeronautica militare italiana. Nello sci di fondo abbiamo avuto dei buoni piazzamenti con Compagnoni e De Florian ma non riuscimmo a raggiungere il podio.
Invece, si mise in luce la squadra dell’ URSS ( per la prima volta ad una Olimpiade ) nella staffetta 4 X 10 Km. batterono gli scandinavi fino ad allora incontrastati “padroni” di tutto lo sci nordico. Anche nel salto dal trampolino gli atleti italiani non raggiunsero il podio.
Nilo De Zordo di Cibiana partecipò solo come alfiere portando la bandiera tricolore alla sfilata dell’ inaugurazione dei Giochi, aperti dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, ma non partecipò alla gara.
I paesi partecipanti furono 32 con 820 atleti. Il numero maggiore di medaglie le portò a casa l’ URSS: 16, mentre all’ Italia andarono 3 medaglie. Tutte le gare si svolsero nel comune di Cortina d’ Ampezzo tranne il pattinaggio di velocità che si disputò sulla superficie ghiacciata del lago di Misurina. All’ epoca suscitò non poca ammirazione ed interesse anche la realizzazione del trampolino per il salto di Zuel, il rifacimento della pista di bob in località Ronco ed in modo particolare lo stadio del ghiaccio progettato dall’architetto Mario Ghedina.

Gian Antonio Casanova Fuga

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