lunedì 13 gennaio 2020

LIVIO CESCO FRARE - ricordo personale



Il nostro compaesano Livio Cesco Frare era nato a Mare di San Pietro ed era il secondogenito di Attilio e Adele De Pol, la famiglia si era poi trasferita a Pieve di Cadore in quanto il papà era cancelliere della Magnifica Comunità Cadorina e segretario comunale. In un primo tempo risiedettero a Tai, poi alla metà degli anni Venti costruirono in Via Talamini ( ora Via XX Settembre ) la casa ( denominata la Vedetta) per la posizione panoramica sulla vallata del Centro Cadore1. Livio era coscritto dei miei genitori ( classe 1910 ) ed a casa ne avevo sentito parlare più volte della sua attività di pittore. Poi quando anch’ io ho iniziato a lavorare nel paese di Tiziano ho avuto modo di conoscerlo personalmente; era la seconda metà degli anni Sessanta. In quel periodo la piazza di Pieve ( come tutti i nostri paesi) era molto frequentata dai turisti della pianura veneta e intere famiglie vi soggiornavano anche un mese intero nel periodo più caldo della stagione estiva. Una passeggiata molto frequentata dai villeggianti era ed è la stradina che dal centro paese porta al parco “Roccolo” dove c’era e c’è tuttora un bar, ( allora anche dancing ), la casina di caccia, la terrazza belvedere sul lago e la casetta di Babbo Natale. In questi spazi Livio esponeva i suoi caratteristici quadri che dipingeva durante l’ inverno e che vendeva specialmente ai turisti che si recavano in quel luogo. Un soggetto molto richiesto dai visitatori era la casa di Tiziano, dipinta con dimensioni, visuali, prospettive e colori diversi.
Alla sera tante volte lo vedevo rientrare dal Roccolo con il suo cagnolino al guinzaglio, il cappello a larghe tese e l’impermeabile sempre appoggiato sulle spalle, mi salutava sempre con un sorriso incorniciato dalla barba ben curata. Al termine della stagione estiva egli veniva in banca a farsi fare tanti piccoli assegni circolari con gli incassi delle vendite dei suoi quadri. Assegni che poi cambiava durante l’ anno quando ne aveva bisogno.
Livio morì nel 1977 ed è sepolto nel cimitero di San Pietro.
A casa ho un suo dipinto fatto a spatola e quando lo guardo mi fa venire in mente i bei anni della gioventù, quando il Cadore era terra di benessere e lavoro per tutti specialmente nelle occhialerie.
Gian Antonio Casanova Fuga
1Notizie da Paola Cesco Frare

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